Natura e ideale.
Il paesaggio a Roma, 1600-1650
La pittura paesaggistica fa i suoi primi passi a Roma, nella prima metà del XVII secolo. La Città Eterna é già una meta apprezzata dagli artisti che desiderano completare la loro formazione ma alla fine del XVI secolo, diversi fattori permettono la fioritura di questo genere profano : la presenza contemporanea di pittori provenienti da diversi centri artistici, in particolare le Fiandre ; l’interesse per Roma e le trasformazioni recenti del suo paesaggio urbano ; un gusto crescente per il disegno su motivo e la sua utilizzazione nell’opera dipinta nello studio ; la circolazione delle immagini grazie alle stampe ed il nuovo interesse dei teorici ; l’esistenza di grandi collezioni di quadri dei maestri del Rinascimento ; infine, il grande successo commerciale che il paesaggio incontra nei circoli dell’aristocrazia e della chiesa.
Da Annibale Carraccio a Adam Elsheimer, da Pieter Paul Rubens a Paul Bril, da Claude Lorrain a Nicolas Poussin passando per Gaspard Dughet, tutti contribueranno al successo del tema del paesaggio. L’esposizione mostra alcune delle loro opere più riuscite, illustrando il loro contributo all’elaborazione di diversi tipi di rappresentazioni della natura, delle vedute idealizzate della campagna romana alle marine, passando per i capricci architetturali e le scene antiche dove si alternano i miti e la storia.
Alla metà del secolo, il nuovo genere ha acquisito una grande rinomanza. Le corti europee contribuiscono alla creazione di cicli dipinti dai più grandi artisti. Il paesaggio entra cosi’ a pieno titolo nella storia della pittura e sarà fonte di ispirazione per gli artisti di tutta l’Europa durante vari secoli.